Continuo ad accarezzarle i capelli, quei morbidi e setosi capelli che amo smodatamente. Ogni tanto ha un piccolo sussulto e farfuglia parole senza senso. Poi sorride. Poi stringe i pugni come un neonato tra le braccia della madre.
Hikari esce dal suo nascondiglio, sotto il letto, e mi porta uno dei suoi giocattoli preferiti guardandomi dritto negli occhi con la sua classica espressione tenera e cucciolosa. Vuol giocare. Mi lascio convincere senza sforzo, tanto a quento pare questa notte non riuscirò a dormire. Bacio delicatamente Zoe sul capo, assaporando il profumo dei suoi capelli, e prendo l'osso rosa e peloso della "bestia" dirigendomi in sala. Non posso certo rischiare di svegliare la mia bimba, domattina deve lavorare ed è meglio lasciarla riposare tranquilla.
Hikari mi segue scodinzolando e saltellando come un grillo per tutta la casa, fortunatmente, molto silenziosamente. Mi sento bene, mi sento felice, mi sento stranamente vivo stanotte. L'orologio segna le 2.22. Credevo fosse più tardi.
"Le 2.22. E io gioco col cane." bisbiglio mentre Hikari cerca di strapparmi l'osso peloso dalle mani. Mi siedo sul pavimento per star più comodo. Errore madornale. Mai dimenticare la regola fondamentale quando si gioca con il mio cane: evitare che la tua faccia sia all'altezza delle sue zampe. Lei non controlla l'euforia, piccola cagnetta esagitata, e puntualmente una sua zampa arriva a colpire ora la guancia, ora il naso, ora la bocca e a volte anche gli occhi. E così è anche questa volta. Una sua zampa arriva a colpirmi direttamente l'occhio sinistro. Come se già non fossi abbastanza miope. Mi alzo e vado a controllare in bagno che almeno la pupilla sia rimasta al suo posto. Fisso la mia immagine allo specchio e dietro di me scorgo la sagoma di Zoe.
"Perchè non vieni a dormire?" mi dice, mentre mi cinge la vita.
"Hikari non ha sonno e vuole giocare. E come al solito mi ha fatto male." la sua mano scivola veloce e delicata sul mio viso e accarezzandone la pelle allevia il dolore causato dalla zampata.
"Andiamo a letto. E' tardi." mi bacia la palpebra dell'occhio sinistro e mi dà uno schiaffetto sul fondoschiena, poi torna a dormire.
"Hai sentito Bestia? A dormire, di volata!" è bello constatare che almeno il tuo cane ha paura di te quando fai la voce grossa. Nella mia vita l'unica persona ad aver paura di me sono sempre stato io.
Torno a letto, preceduto da Hikari e dal suo osso rosa peloso. Lei è lì, accoccolata nel suo angolino che è già tornata tra le braccia di Morfeo, l'unico uomo di cui non sono geloso. Anche io adoro stare tra le sue braccia. Un bacio sulle labbra strette in un sorriso di Zoe e chiudo gli occhi.
Mi sveglio di soprassalto. Il suono incessante del telefono mi ha richiamato tra i vivi, brutalmente.
"Pronto?... no, non preoccuparti, ero già sveglio da un pezzo" bugiardo. Sono un bugiardo. Stavo dormendo della grossa, con Zoe accanto e il cane ancora stordito sotto il letto. Almeno loro non li hai svegliati, a quanto pare. "Certo, certo. Dammi solo il tempo di finire una cosa e sono subito da te." Si, finire una cosa. Svegliarmi completamente, lavarrmi e vestirmi.
Poso il telefonino sul comodino e stropiccio gli occhi con le mani ancora intorpidite dal sonno. Mi siedi sul letto in attesa che il mio corpo risponda perfettamente ai comandi che il cervello impartisce.
Vado in bagno, guardo lo specchio e ovviamente penso che vorrei solo tornare a letto, accanto alla persona che amo.
Decido di farlo, soli altri cinque minuti. Torno in camera da letto e mi fermo sulla soglia. Il letto vuoto. Lei non c'è. In quel letto non tornerà più. Perchè così ha scelto. E' stato solo un sogno, ovviamente. Un sogno merviglioso. Un sogno realistico. Un sogno desiderato.
Tutto è cambiato. Tutto cambia. Tutto brucia. In pochi attimi, in poche parole, in un solo respiro la mia vita è cambiata. Di ciò che è stato resta solo cenere, cenere che il vento non può portare via, cenere che alcuni chiamano ricordi, cenere che altri chiamano rimorsi, che altri ancora chiamano rancore. Cenere che per la maggior parte degli individui diventa monito, ammonimento, simulacro di un amore idealizzato e utopico.
Di quella brace ardente resta solo un cumulo di cenere che non si può riaccendere. Che non deve essere riaccesa.
Promesse infrante, sogni offuscati dal fumo di un fuoco che si è spento, tutti i per sempre cancellati con un colpo di dubbi e domande inutili.
E allora siedi accanto a quelle ceneri e con la mano ne sollevi un mucchietto. Fissi la tua mano per lunghi attimi, per interminabili battiti di cuore, quasi nella speranza che il tuo solo sguardo possa ridar vigore a quel mucchietto di polvere grigia.
Poi, senza rendertene conto,inconsciamente, lasci che la polvere ti scivoli dalla mano e resti a guardare senza potere o volere fare nulla.
Hai desiderato di essere migliore, hai desiderato sentirti poco più di uno zero, hai desiderato di riparare agli errori commessi in virtù e in funzione di un sogno d'amore in cui tu eri l'unico a credere. Tutto mentre quella cenere cade via dalla tua mano.
Poi capisci. Capisci che forse non ne vale la pena. Capisci che forse eri l'unico a credere davvero. Capisci che forse ciò che ti veniva detto, che ti veniva mostrato, che ti veniva donato come amore era solo parvenza di questo, mera illusione, soltanto bisogno di amare. Perchè Amore, quello vero, quello assoluto, quello immenso, quello raro, quello in cui tu hai sempre creduto, quello che tu hai provato e che ancora provi mentre fissi quel mucchietto di cenere, non finisce. Non si spegne. Può solo crescere.
Se non lo fa, se si spegne, non era ciò che credevi. Era solo bisogno di questo.
E allora ti alzi in piedi, torni in bagno e ti riguardi allo specchio. Una nuova giornata deve iniziare. Una nuova vita deve continuare.
Ringrazi per ciò che ti è stato dato e per ciò che hai vissuto.
Conserverai quell'Amore nel cuore con la consapevolezza che è vero, che è sempre stato vero, che sarà sempre vero. Quel che si è spento non ti apparteneva, quel che si è spento non era tuo. Perchè ciò che è tuo continua a bruciare dentro, a divampare nell'anima e nel cuore. A volte fa male, altre volte ti spinge ad andare avanti, altre volte ancora ti blocca in ginocchio. Quel che è tuo continua ad essere BRACE ARDENTE, sempre, comunque, dovunque.
O forse è questo il sogno. Forse sto sognando adesso e in realtà lei è andata a lavoro. Si, deve essere così. Perchè stanotte abbiamo fatto l'amore. Stanotte quella brace ha bruciato con violenza, con foga, con passione. E allora cosa devo fare?
Decido di vivere questo sogno, sperando che mi conduca da lei di nuovo. Chiamo Hikari per la passeggiata mattutina, ma lei non vuol saperne di uscir da sotto il letto.
"Tesoro, se non andiamo ora ti toccherà trattenerla fino a quando non ritorno a casa" o fino a quando non mi sarò svegliato, penso. Nulla, non vuole uscire. Beh, mi spiace ma non posso aspettare. Mi hanno cercato. Vado a espletare i miei doveri da amico, anche nel sogno. Ma se questa invece fosse la realtà? Oddio, sto impazzendo. Dovrei cercare prove tangibili del reale, ma ne ho pauraa. Perchè vorrebbe dire che allora, il sogno è stato quello di stanotte.
Lo specchio. Si, lo specchio. Stanotte Hikari mi ha colpito l'occhio, mentre giocavamo. Corro in bagno e fisso la mia immagine. Nulla. Non c'è nulla. Mi rassegno all'idea. Meglio uscire, Ivan mi sta aspettando al bar.
giovedì 9 luglio 2009
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3 commenti:
Ricominci da un sogno? Io dico che ricominci a farci sognare. Mamma se è bello questo nuovo libro... almeno fino ad ora.. e poi lo stile personale in cui lo scrivi è meravigliosoooooooo... ti adoroooooooooo... senti ma, a quanto credo di capire ora sei single!!!! Voglio conoscerti! Tanto siamo a Bologna tutti e dueeeeeeeeee.. voglio capire chi è la pazza che ti ha lasciato andareeee!!!
Bello, riesci a trasmettere i tuoi sentimenti con tanta dolcezza che ci si sente travolti.I tuoi sentimenti sono i nostri che riaffiorano facendoci vivere quello che riesci magnificamente a far scorrere fra queste righe.Ti prego continua a farci provare sempre queste emozioni.
SOLO ALLA FINE DOPO UN LUNGO RESPIRO MI SONO RESO CONTO CHE ERO TALMENTE PRESO CHE MI ERO DIMENTICATO DI RESPIRARE.
Un sogno... nel vero senso della parola. Leggerti è un piacere e un emozione estrema continua..., GRANDIOSO NICO!
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