Il bar è pieno di gente. Non vorrei mai essere nei panni del barista, in momenti come questo. Voci che si sovrappongono mani che si intrecciano sul bancone mescita spalle che spingono altre spalle tazze e tazzine che tintinnano sui piattini caffè caffè macchiato caffè basso caffè alto cappuccino cappuccino chiaro caffè d'orzo... c'è da impazzire. Ivan è seduto al tavolino nell'angolo ad aspettarmi. Ha l'aria preoccupata, spero non sia successo nulla di grave. Cerco di farmi spazio tra la gente assetata di caffeina e carboidrati e faccio un cenno di saluto a quel povero barista rintronato dalle mille richieste in contemporanea.
"Ohi, Ivan. Scusa il ritardo. Traffico immane." mi giustifico immediatamente, ancor prima di dargli il consueto bacio sulla guancia e sedermi.
"Potevi tranquillamente dirmi che stavi ancora dormendo, Samuel. Non ti avrei fatto venir fin qui." la sua voce riesce sempre a scaldarmi il cuore. Anche ora, quel piccolo pezzo rimasto a battere nel mio petto ne è completamente avvolto.
"Cosa succede, cucciolotto? C'è qualche problema?" gli chiedo cercando di cambiar discorso per non farlo sentire in colpa per avermi svegliato. Dacchè lo conosco l'ho sempre chiamato con vezzeggiativi e nomignoli affettuosi, quasi fosse il mio ragazzo. In realtà la sua importanza nella mia vita è pari se non superiore a quella di un compagno. Lui è il mio punto fermo, la mia ancora, il mio porto sicuro, la colonna portante della mia esistenza. Insieme a Zoe. E dire che ci conosciamo da relativamente poco tempo.
"No Samuelino." anche lui usa vezzeggiativi con me "cosa succede a te?" il suo sguardo da preoccupato diventa serio. Mi ammonisce con gli occhi. Non riesco a dire nulla.
"Allora? Sono due settimane che non ti fai sentire, non rispondi ai messaggi, non rispondi al citofono. Almeno a lavoro ci stai andando?" non mi piace quando mi parla così. Sopratutto perchè so che ha ragione.
"Si. A lavoro ci vado." abbasso lo sguardo e inizio a giocherellare con l'accendino.
"Mi sono stupito, sinceramente, che tu mi abbia risposto stamattina. Cos'è? Ti ho preso alla sprovvista e siccome eri ancora addormentato non ci hai pensato?" in effetti è così, ma meglio tacere.
"Senti Ivan, mi dispiace. Sono stato un po' incasinato."
"Va bene. Allora, come stai?" la domanda è ovviamente retorica. La risposta deve essere altrettanto.
"Tutto bene. Alti e bassi, ma tutto bene." perchè mi fissa in quel modo strano?
"Cos'hai fatto all'occhio?".
"Nulla, perchè?" cos'avrà mai che non va il mio occhio? Istintivamente porto la mano al volto. Il bar si è improvvisamente svuotato.
"Samuel, hai la palpebra gonfia e arrossata. Che hai combinato?" Hikari! Giocando con lei mi sono fatto male. Ma stavo solo sognando.
"Non preoccuparti. E' stata la Bestia in un momento di svago. Avevo dimenticato la regola fondamentale dei nostri attimi di gioco e lei mi ha lasciato un ricordino." questa cosa mi lascia davvero perplesso. Ma forse è meglio non far trasparire nulla, non vorrei che lui si preoccupasse troppo e iniziasse a pensare che io sia pazzo. Così come lo penso io.
"Gabry è a lavoro?" chiedo per cambiare discorso cercando di non far apparire la cosa troppo forzata.
"Si. Ti saluta. E' preoccupata, Samuel. Come me. E come tutti gli altri." alza la mano e fa segno al barista di portare due caffè.
"Come mai il caffè? Di solito prendi il succo di pesca." a lui non piace il caffè.
"Stanotte non ho dormito molto. Mi sono svegliato verso le tre e non sono più riuscito a prender sonno." se queste parole fossero uscite dalla bocca di qualcun'altro avrei detto che a non farlo dormire potrebbe essere stata la paura del fatidico giorno del matrimonio. Ma non per Ivan. Lui non vede l'ora che arrivi quel giorno. "Non cambiare discorso però. Voglio sapere davvero come stai. Non puoi continuare a nasconderti alle persone che ti vogliono bene." la sua voce, pacata, tranquilla, dolce, mi avvolge completamente e non riesco a tacere.
"Non bene. Anzi, affatto bene. Continuo a rialzarmi e a cadere e poi a rialzarmi e poi a cadere di nuovo. Non riesco a trovare una ragione che mi spinga ad andare avanti." il barista ci porta i caffè al tavolino e accenna un sorriso. Ivan ricambia la cortesia e torna a fissarmi imperterrito e preoccupato.
"Ho iniziato a sognarla tutte le notti. E i sogni sono così reali che quando mi sveglio faccio fatica a riprendermi. Non so come fare. Vorrei soltanto tornare indietro, al momento in cui il nostro rapporto si è incrinato. Ma non capisco quando è successo, per me era tutto perfetto. Se potessi tornare a quel momento e cambiare le cose, adesso lei sarebbe ancora con me." inizio a balbettare e singhiozzare. Ecco, adesso ho raggiunto il massimo dell'umiliazione. Piangere in un bar pieno di gente.
"Perchè devi pensare a queste cose, Samuel? Ormai non puoi tornare indietro, puoi solo andare avanti." mi stringe la mano destra. Soffre per me, con me. "Quello che vorrei io è riavere il mio amico, vorrei tornare a parlare allegramente con lui, vorrei vederlo di nuovo sorridere. Se non riesci a star bene per te stesso, prova a farlo per me, per Gabry e per le persone che ti vogliono bene."
Ormai la vista è completamente annebbiata. Sento il viso bagnato dalle lacrime. Ivan si alza e si appresta a pagare i caffè. Quando torna al tavolo sono ormai in uno stato di disperazione totale. Non riesco a controllarmi, quando inizio a parlare di lei, di noi e della nostra rottura. O meglio, della sua rottura. Io non avrei mai spezzato nulla, non avrei mai potuto lasciarla. perchè mai sarei dovuto scappare dal paradiso una volta raggiunto?
"Vieni, andiamo a fare due passi così ti fumi una sigaretta e ti calmi un po'." dice dolcemente, mentre mi accarezza una spalla.
"No Ivan, grazie. Vai a fare i tuoi giri, io torno a casa. Preferisco star da solo." il suo sguardo si fa severo.
"No, tu oggi stai con me. E' tanto che non stimo un po' insieme. Ti farà bene."
Cos'altro dovrei fare, se non accettare la sua gentile e obbligata offerta?
La giornata di oggi è letteralmente volata via. Era tanto tempo che non stavo così... così serenamente. E' il grande potere che Ivan ha su di me, è l'unica persona al mondo che riesce a rasserenarmi e tranquillizzarmi senza neppure provarci, gli viene naturale. Abbiamo parlato anche dei miei sogni, in maniera più approfondita dell'accenno che gli avevo fatto questa mattina al bar. Secondo lui non devo darci peso, perchè conoscendomi finirei per considerarli una specie di segno premonitore o roba del genere e inizierei ad illudermi inutilmente. Già, illudermi. Sento continuamente persone che mi dicono che ormai è il momento di voltare pagina.
Questa però è una cosa che fa male come poche altre. Sentirmi dire che "ormai" non c'è più speranza, che "ormai" lei ha deciso, che "ormai" non tornerà indietro... la parola "ormai" è diventata per me fonte di malessere. Un malessere che sento crescere dentro ogni volta che ci penso.
Verso della Sambuca in un bicchierino di plastica, pensando che forse è arrivato il momento di comprarne qualcuno in vetro, e la bevo tutta d'un fiato. Hikari è acciambellata sulla poltrona che dorme della grossa. La invidio, vorrei riuscire a dormire così profondamente anche io. Uno strano rumore richiama la mia attenzione; proviene dall'ingresso e Hikari non può essere perchè è qui davanti a me. Vado a controllare. Nulla. Immaginazione. Il fumo della sigretta che ho in bocca mi entra negli occhi. Dio, bruciore assurdo. Il fumo negli occhi è un cosa terribile per un fumatore.
"Tutto ok, Samuel?" una voce alle mie spalle. Rispondo inconsciamente e senza esitazione.
"Si, si, tranquilla. Solo fumo negli occhi." mi volto con lo sguardo ancora appannato dalla lacrimazione. Le sue labbra sfiorano il mio viso contrito dal bruciore.
Quand'è che mi sono addormentato? O quando mi sono svegliato?
Un bacio sui miei occhi e il bruciore svanisce.
"Va meglio così?" il suo sorriso è magnifico.
Le cingo le braccia intorno alla vita e la stringo al mio corpo.
"Quando sei qui, non c'è nulla che possa andare male." la bacio. Con dolcezza, foga, delicatezza, passione, rabbia, gioia, frustrazione.
Già. Frustrazione. La questione inizia a diventare alquanto frustrante. Non capire quando sono sveglio o quando sto dormendo è terribile. Ma allo stesso tempo, mi dico che è meglio così.
"Che ore sono, Zoe?" le chiedo.
"Quasi mezzogiorno. Perchè?" il suono della sua voce pervade il mio essere intero.
"Ho voglia di andare sulla collina. Cosa ne pensi?" tante volte ci eravamo ripromessi di passare una giornata in collina, solo io e lei, e l'unica volta in cui riuscimmo ad andarci fu quando poi la sera... no, non voglio pensarci. Voglio andare. Porteremo anche Hikari stavolta.
Il sole picchia forte sulle nostre teste. La sua luce colora il paesaggio intorno, gli dona vita, una vita che di onirico ha ben poco. Hikari corre come una forsennata su e giù per la discesa della collinetta sulla quale ci siamo appostati. Lei è seduta, a gambe incrociate, e accarezza e giocherella con i miei capelli. Io ho la testa proprio tra le sue gambe e con una mano le accarezzo il collo, mentre mi perdo completamente nel suo sguardo. A parte la presenza di Hikari, tutto è come quella mattina. Un nodo in gola. Un groppo sul cuore. Una pietra sull'anima. Mi impediscono, o forse mi impedisco io stesso, di sorridere.
"Cosa c'è che non va, Samuel?" le sue dita accarezzano le mie labbra.
"Adesso faremo l'amore?" le chiedo senza mezzi termini. Ma non è una richiesta. E' una domanda, consapevole di quello che succederà tra poco.
"Se ne hai voglia, si." sorride.
"E poi, una volta a casa? mi dirai che non sai più se mi ami?" mi metto a sedere e la fisso. Lei è iimpietrita. Anche Hikari ha smesso di giocare e ci fissa da lontano. Il sole è sparito e sembra che d'un tratto l'atmosfera intorno sia mutata radicalmente. Un vento gelido colpisce i nostri corpi pietrificati e i suoi capelli sembrano impazziti.
"Ma cosa dici?" la sua voce è singhiozzante.
Arretro di due passi continuando a guardarla. Lei avanza di due passi verso di me. Hikari resta immobile a fissare la scena.
"Samuel, vieni qui."
"No Zoe. Non farmi del mle anche qui. Non usare anche questo sogno per distruggere anche la piccola parte che di me è rimasta integra." inizio a piangere. Cazzo. Non riesco a trattenermi.
"Samuel, mi vuoi spiegre cosa ti prende?" la sua voce portata dall vento impazzito di colpo mi trafigge. Schegge melodiose e taglienti feriscono tutto il mio corpo. Sangue. Inizio a sanguinare ma non sento dolore. Adesso lo so, questo è il sogno. Questo purtroppo è solo un sogno. O per fortuna. Chi può dirlo?
"Vattene Zoe."
"Tu non vuoi che io vada via." sul suo viso compaiono delle lacrime lucenti.
"Ti prego Zoe. Vai via. Non farmi più del male."
"io non te ne ho mai ftto, Samuel, e mai te ne frei. lo sai. Vieni qui da me." tende le braccia verso di me e il vento inizia a soffiare con potenza nella sua direzione. Non riesco a restare immobile. Mi sento sospinto verso di lei.
"Vattene!" Urlo più forte che posso. "Vattene! Vattene! Vattene! Vattene! Vattene! Ti amo! Ti amo! Ti amo! Vattene! Vattene! Non andare! Non andare... non andare... ti prego, non lasciarmi anche qui." mi arrendo al mio desiderio più grande. Il vento si calma. Il sangue smette di scendere dalle mie ferite. Il sole torna a picchiare sulle nostre teste.
Hikari è ancora immobile, quasi fosse una statua. Abbasso la testa in segno di resa e lascio cadere le braccia lungo la vita.
"Io ti amo, Zoe. Ti ho sempre amata disperatamente, inevitabilmente, incontrollatamente. Non lasciarmi, ti prego." piango copiosamente. Ma non riesco a capire perchè. I motivi potrebbero essere tanti. I motivi potrebbero non esistere, in questo sogno. I motivi non esistevano neppure nel mondo reale. Perchè mi hai lasciato, Zoe?
Hikari abbaia. Mi volto verso di lei. Le lacrime mi impediscono di vederla chiaramente, ma ho l'impressione che accanto a lei ci sia qualcuno. Non è Zoe. Ma non riesco a vedere nulla. Le lacrime offuscano la mia vista, come fumo negli occhi. Li strofino, per asciugarli. Quando li riapro, ciò che vedo è un soffitto bianco. Ciò che sento è la lingua di Hikari sul mio braccio. Sangue. Sta leccando del sangue dai tagli sul mio avambraccio.
"Cazzo. Sto davvero diventando pazzo."
"Ohi, Ivan. Scusa il ritardo. Traffico immane." mi giustifico immediatamente, ancor prima di dargli il consueto bacio sulla guancia e sedermi.
"Potevi tranquillamente dirmi che stavi ancora dormendo, Samuel. Non ti avrei fatto venir fin qui." la sua voce riesce sempre a scaldarmi il cuore. Anche ora, quel piccolo pezzo rimasto a battere nel mio petto ne è completamente avvolto.
"Cosa succede, cucciolotto? C'è qualche problema?" gli chiedo cercando di cambiar discorso per non farlo sentire in colpa per avermi svegliato. Dacchè lo conosco l'ho sempre chiamato con vezzeggiativi e nomignoli affettuosi, quasi fosse il mio ragazzo. In realtà la sua importanza nella mia vita è pari se non superiore a quella di un compagno. Lui è il mio punto fermo, la mia ancora, il mio porto sicuro, la colonna portante della mia esistenza. Insieme a Zoe. E dire che ci conosciamo da relativamente poco tempo.
"No Samuelino." anche lui usa vezzeggiativi con me "cosa succede a te?" il suo sguardo da preoccupato diventa serio. Mi ammonisce con gli occhi. Non riesco a dire nulla.
"Allora? Sono due settimane che non ti fai sentire, non rispondi ai messaggi, non rispondi al citofono. Almeno a lavoro ci stai andando?" non mi piace quando mi parla così. Sopratutto perchè so che ha ragione.
"Si. A lavoro ci vado." abbasso lo sguardo e inizio a giocherellare con l'accendino.
"Mi sono stupito, sinceramente, che tu mi abbia risposto stamattina. Cos'è? Ti ho preso alla sprovvista e siccome eri ancora addormentato non ci hai pensato?" in effetti è così, ma meglio tacere.
"Senti Ivan, mi dispiace. Sono stato un po' incasinato."
"Va bene. Allora, come stai?" la domanda è ovviamente retorica. La risposta deve essere altrettanto.
"Tutto bene. Alti e bassi, ma tutto bene." perchè mi fissa in quel modo strano?
"Cos'hai fatto all'occhio?".
"Nulla, perchè?" cos'avrà mai che non va il mio occhio? Istintivamente porto la mano al volto. Il bar si è improvvisamente svuotato.
"Samuel, hai la palpebra gonfia e arrossata. Che hai combinato?" Hikari! Giocando con lei mi sono fatto male. Ma stavo solo sognando.
"Non preoccuparti. E' stata la Bestia in un momento di svago. Avevo dimenticato la regola fondamentale dei nostri attimi di gioco e lei mi ha lasciato un ricordino." questa cosa mi lascia davvero perplesso. Ma forse è meglio non far trasparire nulla, non vorrei che lui si preoccupasse troppo e iniziasse a pensare che io sia pazzo. Così come lo penso io.
"Gabry è a lavoro?" chiedo per cambiare discorso cercando di non far apparire la cosa troppo forzata.
"Si. Ti saluta. E' preoccupata, Samuel. Come me. E come tutti gli altri." alza la mano e fa segno al barista di portare due caffè.
"Come mai il caffè? Di solito prendi il succo di pesca." a lui non piace il caffè.
"Stanotte non ho dormito molto. Mi sono svegliato verso le tre e non sono più riuscito a prender sonno." se queste parole fossero uscite dalla bocca di qualcun'altro avrei detto che a non farlo dormire potrebbe essere stata la paura del fatidico giorno del matrimonio. Ma non per Ivan. Lui non vede l'ora che arrivi quel giorno. "Non cambiare discorso però. Voglio sapere davvero come stai. Non puoi continuare a nasconderti alle persone che ti vogliono bene." la sua voce, pacata, tranquilla, dolce, mi avvolge completamente e non riesco a tacere.
"Non bene. Anzi, affatto bene. Continuo a rialzarmi e a cadere e poi a rialzarmi e poi a cadere di nuovo. Non riesco a trovare una ragione che mi spinga ad andare avanti." il barista ci porta i caffè al tavolino e accenna un sorriso. Ivan ricambia la cortesia e torna a fissarmi imperterrito e preoccupato.
"Ho iniziato a sognarla tutte le notti. E i sogni sono così reali che quando mi sveglio faccio fatica a riprendermi. Non so come fare. Vorrei soltanto tornare indietro, al momento in cui il nostro rapporto si è incrinato. Ma non capisco quando è successo, per me era tutto perfetto. Se potessi tornare a quel momento e cambiare le cose, adesso lei sarebbe ancora con me." inizio a balbettare e singhiozzare. Ecco, adesso ho raggiunto il massimo dell'umiliazione. Piangere in un bar pieno di gente.
"Perchè devi pensare a queste cose, Samuel? Ormai non puoi tornare indietro, puoi solo andare avanti." mi stringe la mano destra. Soffre per me, con me. "Quello che vorrei io è riavere il mio amico, vorrei tornare a parlare allegramente con lui, vorrei vederlo di nuovo sorridere. Se non riesci a star bene per te stesso, prova a farlo per me, per Gabry e per le persone che ti vogliono bene."
Ormai la vista è completamente annebbiata. Sento il viso bagnato dalle lacrime. Ivan si alza e si appresta a pagare i caffè. Quando torna al tavolo sono ormai in uno stato di disperazione totale. Non riesco a controllarmi, quando inizio a parlare di lei, di noi e della nostra rottura. O meglio, della sua rottura. Io non avrei mai spezzato nulla, non avrei mai potuto lasciarla. perchè mai sarei dovuto scappare dal paradiso una volta raggiunto?
"Vieni, andiamo a fare due passi così ti fumi una sigaretta e ti calmi un po'." dice dolcemente, mentre mi accarezza una spalla.
"No Ivan, grazie. Vai a fare i tuoi giri, io torno a casa. Preferisco star da solo." il suo sguardo si fa severo.
"No, tu oggi stai con me. E' tanto che non stimo un po' insieme. Ti farà bene."
Cos'altro dovrei fare, se non accettare la sua gentile e obbligata offerta?
La giornata di oggi è letteralmente volata via. Era tanto tempo che non stavo così... così serenamente. E' il grande potere che Ivan ha su di me, è l'unica persona al mondo che riesce a rasserenarmi e tranquillizzarmi senza neppure provarci, gli viene naturale. Abbiamo parlato anche dei miei sogni, in maniera più approfondita dell'accenno che gli avevo fatto questa mattina al bar. Secondo lui non devo darci peso, perchè conoscendomi finirei per considerarli una specie di segno premonitore o roba del genere e inizierei ad illudermi inutilmente. Già, illudermi. Sento continuamente persone che mi dicono che ormai è il momento di voltare pagina.
Questa però è una cosa che fa male come poche altre. Sentirmi dire che "ormai" non c'è più speranza, che "ormai" lei ha deciso, che "ormai" non tornerà indietro... la parola "ormai" è diventata per me fonte di malessere. Un malessere che sento crescere dentro ogni volta che ci penso.
Verso della Sambuca in un bicchierino di plastica, pensando che forse è arrivato il momento di comprarne qualcuno in vetro, e la bevo tutta d'un fiato. Hikari è acciambellata sulla poltrona che dorme della grossa. La invidio, vorrei riuscire a dormire così profondamente anche io. Uno strano rumore richiama la mia attenzione; proviene dall'ingresso e Hikari non può essere perchè è qui davanti a me. Vado a controllare. Nulla. Immaginazione. Il fumo della sigretta che ho in bocca mi entra negli occhi. Dio, bruciore assurdo. Il fumo negli occhi è un cosa terribile per un fumatore.
"Tutto ok, Samuel?" una voce alle mie spalle. Rispondo inconsciamente e senza esitazione.
"Si, si, tranquilla. Solo fumo negli occhi." mi volto con lo sguardo ancora appannato dalla lacrimazione. Le sue labbra sfiorano il mio viso contrito dal bruciore.
Quand'è che mi sono addormentato? O quando mi sono svegliato?
Un bacio sui miei occhi e il bruciore svanisce.
"Va meglio così?" il suo sorriso è magnifico.
Le cingo le braccia intorno alla vita e la stringo al mio corpo.
"Quando sei qui, non c'è nulla che possa andare male." la bacio. Con dolcezza, foga, delicatezza, passione, rabbia, gioia, frustrazione.
Già. Frustrazione. La questione inizia a diventare alquanto frustrante. Non capire quando sono sveglio o quando sto dormendo è terribile. Ma allo stesso tempo, mi dico che è meglio così.
"Che ore sono, Zoe?" le chiedo.
"Quasi mezzogiorno. Perchè?" il suono della sua voce pervade il mio essere intero.
"Ho voglia di andare sulla collina. Cosa ne pensi?" tante volte ci eravamo ripromessi di passare una giornata in collina, solo io e lei, e l'unica volta in cui riuscimmo ad andarci fu quando poi la sera... no, non voglio pensarci. Voglio andare. Porteremo anche Hikari stavolta.
Il sole picchia forte sulle nostre teste. La sua luce colora il paesaggio intorno, gli dona vita, una vita che di onirico ha ben poco. Hikari corre come una forsennata su e giù per la discesa della collinetta sulla quale ci siamo appostati. Lei è seduta, a gambe incrociate, e accarezza e giocherella con i miei capelli. Io ho la testa proprio tra le sue gambe e con una mano le accarezzo il collo, mentre mi perdo completamente nel suo sguardo. A parte la presenza di Hikari, tutto è come quella mattina. Un nodo in gola. Un groppo sul cuore. Una pietra sull'anima. Mi impediscono, o forse mi impedisco io stesso, di sorridere.
"Cosa c'è che non va, Samuel?" le sue dita accarezzano le mie labbra.
"Adesso faremo l'amore?" le chiedo senza mezzi termini. Ma non è una richiesta. E' una domanda, consapevole di quello che succederà tra poco.
"Se ne hai voglia, si." sorride.
"E poi, una volta a casa? mi dirai che non sai più se mi ami?" mi metto a sedere e la fisso. Lei è iimpietrita. Anche Hikari ha smesso di giocare e ci fissa da lontano. Il sole è sparito e sembra che d'un tratto l'atmosfera intorno sia mutata radicalmente. Un vento gelido colpisce i nostri corpi pietrificati e i suoi capelli sembrano impazziti.
"Ma cosa dici?" la sua voce è singhiozzante.
Arretro di due passi continuando a guardarla. Lei avanza di due passi verso di me. Hikari resta immobile a fissare la scena.
"Samuel, vieni qui."
"No Zoe. Non farmi del mle anche qui. Non usare anche questo sogno per distruggere anche la piccola parte che di me è rimasta integra." inizio a piangere. Cazzo. Non riesco a trattenermi.
"Samuel, mi vuoi spiegre cosa ti prende?" la sua voce portata dall vento impazzito di colpo mi trafigge. Schegge melodiose e taglienti feriscono tutto il mio corpo. Sangue. Inizio a sanguinare ma non sento dolore. Adesso lo so, questo è il sogno. Questo purtroppo è solo un sogno. O per fortuna. Chi può dirlo?
"Vattene Zoe."
"Tu non vuoi che io vada via." sul suo viso compaiono delle lacrime lucenti.
"Ti prego Zoe. Vai via. Non farmi più del male."
"io non te ne ho mai ftto, Samuel, e mai te ne frei. lo sai. Vieni qui da me." tende le braccia verso di me e il vento inizia a soffiare con potenza nella sua direzione. Non riesco a restare immobile. Mi sento sospinto verso di lei.
"Vattene!" Urlo più forte che posso. "Vattene! Vattene! Vattene! Vattene! Vattene! Ti amo! Ti amo! Ti amo! Vattene! Vattene! Non andare! Non andare... non andare... ti prego, non lasciarmi anche qui." mi arrendo al mio desiderio più grande. Il vento si calma. Il sangue smette di scendere dalle mie ferite. Il sole torna a picchiare sulle nostre teste.
Hikari è ancora immobile, quasi fosse una statua. Abbasso la testa in segno di resa e lascio cadere le braccia lungo la vita.
"Io ti amo, Zoe. Ti ho sempre amata disperatamente, inevitabilmente, incontrollatamente. Non lasciarmi, ti prego." piango copiosamente. Ma non riesco a capire perchè. I motivi potrebbero essere tanti. I motivi potrebbero non esistere, in questo sogno. I motivi non esistevano neppure nel mondo reale. Perchè mi hai lasciato, Zoe?
Hikari abbaia. Mi volto verso di lei. Le lacrime mi impediscono di vederla chiaramente, ma ho l'impressione che accanto a lei ci sia qualcuno. Non è Zoe. Ma non riesco a vedere nulla. Le lacrime offuscano la mia vista, come fumo negli occhi. Li strofino, per asciugarli. Quando li riapro, ciò che vedo è un soffitto bianco. Ciò che sento è la lingua di Hikari sul mio braccio. Sangue. Sta leccando del sangue dai tagli sul mio avambraccio.
"Cazzo. Sto davvero diventando pazzo."
16 commenti:
Ciao poeta! Questo nuovo libro mi piace più degli altri...non che "le piume perdute" ed "il passato non narrato" non siano all'altezza, ma "ricomincio da un sogno" ha qualcosa di speciale, qualcosa che non so nemmeno descriverti, le sensazioni, le forti emozioni, i sogni forse infranti, forse reali, forse sperati, ora o un tempo, lasciano al libro un'impronta più personale, sembra quasi una storia vera, ogni parola ogni frase sembra essere stat realmente vissuta da te stesso.
Sei davvero in gamba!! Nicola da livorno
Che bello quest'ultimo capitolo, davvero emozionante.
quando scriverai il prossimo?
Mamma mia che sogno intenso e carico di sentimenti...bello bello bello!!
M E R A V I G L I A ! ! !
Era da tanto che non aprivo il tuo blog e questasera mi son reso conto di quanto tempo siua pasaato dall'ultima volta, ma soprattutto di quanto tu sia rimansto sempre lo stesso, capace di emozionare, far vivere e riveivere solo attraerso quel tuo grande dono di vena artistica.
Aspetto il prossimo capitolo di questo nuovo e fantastico libro.
intanto colgo l'occasione per farti i miei più sentiti complimenti e prometto di leggere più spesso ogni tuo nuovo capitolo.
non voglio più rimanere indietro, ho capito quanto ho perso in questi mesi che non leggevo più sul tuo blog, scusami mi rifarò.
_Less_
Hai un dono così grande... ciò che scrivi è sprecato per un misero blog. Meriteresti la pubblicazone su carta. Possibile che nessuno si accorga di te e della tua bravura? Hai la poesia nelle vene!
Beh che dirti!!?? Questo nuovo libro riesce a emozionarmi forse anche più di quello che per ora è in sospeso e forse, ma dico forse, anche più del tuo primissimo libro che ancora non trovo in nessuna libreria ed è un vero peccato.
Io Nico sono un non vedente e adoro sognare attraverso i tuoi scritti anche se vorrei poterli leggere con i miei stessi occhi, ti prego di non smrttere mai di prendere in mano una penna e lasciar scorrere su questa le tue emozioni i tuoi sogni e la tua voglia di volare.....ti di chiedo di continuare a pubblicare capitoli spettacolari ancora una volta così che possano leggermeli e farmi sognare insieme a te.
Grazie sei un mito
by anonimo
Veramente sprecato solo per un blog...tutto questo deve esser passato su carta....non può rimanere così chiuso e ancorato....deve "prendere il volo " con quell'unica ala rimasta...è una meraviglia... Leggere cio' che scrivi è la mia meraviglia giornaliera...
Bhè...allora....Buona fortuna..
Ehi, ma sono passati 20 gg!!! Ti sbrighi a scrivere un altro capitolo??? Vivo con l'ansia ormaiiiiiiiiiii!!
Quando scriverai il prossimo capitolo? vorrei poter sognare ancora tramite la lettura di questo blog
Ma bonasera scrittore io ho 2 richieste: la prima-vorrei la pubblicazione di nuovi capitoli perchè questi li so già tutti a memoria la seconda-vorrei vederti anche in qualche libreria magari anche solo nelle più importanti, per la bellezza dei capitoli letti fin ora andrei in capo al mondo, quindi coraggio fai diventare tangibile quel che ora è su blog.
a presto
Ma e' veramente possibile che nn vi e' proprio un modo per veder tutto questo nelle nostre librerie.. Nicola tutto questo nn puo' rimanere solo su un blog...pubblica altri capitoli facci continuare a sognare con il tuo modo di scrivere e di amare... Perche' sono rare le persone che secondo me sanno amare come te.. Non smettere mai..
Ciao!!! Beh questi capitoli sono davvero meravigliosi....!!!!ma mi stato chiedendo: cm mai non pubblichi nulla da un pezzo? Non vorrai mica farlo finire così vero? È un bellissimo sogno e i sogni vorremmo non finissero mai..però...forza e passione sono con te, l'hai dimostrato più di una volta. Ora non hai più nulla da dimostrare devi solo pubblicare x non lasciare tutti noi col fiato sospeso! siamo e restiamo in attesa ma non farla durare troppo.
Scusate ragazzi anche io non vedo l'ora di leggere altri nuovi capitoli ma chissà magari è andato in vacanza a rilassarsi per recuperare fiato e nuove emozioni da regalarci.
Giusto autore??????
ciao da Gio
speravo ci fossero nuovi capitoli...speravo di leggere come prosegue la storia di cui racconti, la donna con i capelli color vinaccia,il loro profumo che in te anima parole d'amore, lo sconforto quotidiano di cui parli ed il dolore tagliente che attanaglia l'animo...ma forse non è in grado di ucciderlo!!
Quindi scrittore? che si fa? ci si vede dopo il 15 agosto per un nuovo capitolo?
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