Non riesco a scrivere nulla. Le parole non prendono forma nella mia mente e di conseguenza la schermata del mio portatile resta bianca. Oramai sono settimane che non scrivo una frase, fosse pure una semplice e banale. Sono davvero privo di ispirazione e questa cosa mi sta lacerando. Ho anche provato a buttarmi sulla pittura, di solito quando non riesco a scrivere riesco a disegnare; ma niente. Anche la tela resta bianca. Oramai l'asetticità e la desolazione dei fogli bianchi riempie la mia vita.
Già, perchè è questo quello che è la mia vita adesso: un foglio bianco. Potrei guardare la cosa dal lato positivo e immaginare le mille cose che potrei scrivervi su, le mille immagini che potrei dipingervi ma non riesco ad osservare la cosa da questo punto di vista, non ci riesco proprio. Quello che vedo è un foglio completamente vuoto che ha preso il posto di un caleidoscopico turbinio di immagini e desideri e sogni e aspettative e amore e amore e amore e amore.
Ormai sono le otto passate, Ivan, Gabry, Giorgio e Arianna dovrebbero arrivare a momenti; la cena è pronta, la tavola è imbandita e Hikari è di là che sonnecchia ma pronta a diventare una furia di coccole e feste non appena i ragazzi varcheranno la soglia di casa.
Mi alzo dalla poltrona e vado a mescolare il sugo per la pasta che è rimasto a cuocere tutto il pomeriggio a fuoco lento, nella pentola di terracotta secondo le direttive di mia madre. Capisco che i ragazzi sono arrivati perchè Hikari si è svegliata ed è sotto la finestra aperta con le orecchie e la coda dritta; riconosce le voci delle persone anche a grandi distanze. Mi guardo intorno un ultima volta prima che siano dentro casa, devo evitare che si accorgano della sua presenza. Mi ucciderebbero.
Il campanello suona e Hikari inizia ad abbaiare come una forsennata.
"Zitta! Vai in camera e aspetta lì, Bestia!" le urlo indicando la camera da letto. La piccola abbassa le orecchie e la coda e sconsolata si dirige nel luogo da me indicatole. Sarà anche una cagnetta esagitata e iperattiva, ma non si può assolutamente dire che non sia obbediente.
Eccoli, bussano alla porta.
Apro con circospezione, controllando nuovamente che sia tutto a posto.
"Ciaoooo, da quanto tempo!" la prima a salutare è Arianna, con la sua solita dolcezza.
"Ciao tesoro. Entra pure." ricambio all'abbraccio con uno altrettanto forte e poi saluto gli altri.
"Ciao Samuel."
"Ciao Giorgio." altro abbraccio, stavolta più forte di quello precedente data la prestanza fisica di Giorgio. "Ciao patatini!" mi rivolgo a Ivan e Gabry come mio solito.
"Sei uno scemo di guerra" esordisce Gabry, prima di abbracciarmi e darmi un bacio. "Volevo proprio vedere quanto tempo ancora avresti aspettato prima di farti vivo."
"Ma se ho visto Ivan proprio l'altro giorno!"
"Si, perchè lui ha insistito e tu ti sei preoccupato, altrimenti?"
"Ha ragione stavolta, Samuelino, ti tocca star zitto e subire." Ivan mi dà una pacca sulla spalla e si dirige in saletta a cercare un bicchiere d'acqua.
La voce di Arianna richiama la nostra attenzione. "Ehy, ma dov'è la piccolina?" a quelle parole un guaito e un abbaio richiamano la nostra attenzione; la bimba aspetta che io le dica che può uscire.
"Dai, vieni." e prima ancora di terminare la seconda parola lei è già lì dai ragazzi che salta e abbaia come una pazza vogliosa di coccole.
Durante la cena parliamo del più e del meno e noto con piacere che tutti cercano con attenzione di evitare l'argomento Zoe, forse per non turbarmi troppo o forse perchè sono loro a temere le mie risposte. In ogni caso, il tempo vola senza che nessuno se ne accorga e anche Hikari, dopo l'esaltazione iniziale, è adesso tranquilla sotto la mia sedia nella speranza che qualcosa mi cada dal piatto.
"Posso andare in bagno?" mi chiede Giorgio educatamente.
"Scusa, ma me lo devi anche chiedere?"
Si alza da tavola e io ne approfitto per alzarmi con lui e fumare una sigaretta alla finestra.
"Allora Samuel? come va con il libro?"
"Benissimo Ary" bugiardo "procede benissimo. Scrivo una media di un capitolo al giorno. Ho ripreso a scrivere a pieno ritmo." mi rendo conto che a volte riesco a mentire molto bene e riesco ad essere più che convincente.
"Bene, allora presto me lo farai leggere. E' il seguito del primo libro che hai scritto, vero?"
"Si, più o meno. Diciamo che per metà è il prologo di quello e per metà è il seguito." mentre pronucio quelle parole Giorgio urla il mio nome dal bagno. Colpito in pieno.
Cazzo, ho controllato ovunque tranne che in bagno. Ivan e Gabry si voltano a guardarmi con aria di rimprovero, avendo capito anche loro le ragioni dell'urlo di Giorgio.
"Samuel, ti avevamo detto di togliere tutto!" Gabry si alza e raggiunge Giorgio in bagno. Ivan resta a fissarmi per qualche secondo per poi abbassare lo sguardo e scuotere la testa.
Hanno pienamente ragione ad arrabbiarsi, ma non è semplice per me eliminare dalla mia vista ogni piccolo particolare che mi possa ricordare Zoe.
"Che succede?" Arianna si è persa parte della scena dato che era impegnata a coccolare la Bestia sotto il tavolo.
"Samuel non ha tolto di mezzo le foto di Zoe." urla Giorgio mentre esce dal bagno sventolando un primo piano della mia ex ragazza. "Anche in bagno le tieni?" Colpito di nuovo.
"Solo in bagno!" cerco di sorridere e mantenere un espressione dignitosa, anche se colpevole. "Nel resto della casa non c'è nulla."
"Perchè le hai nascoste da qualche parte in vista del nostro arrivo" bisbiglia Ivan pacatamente mentre sbuccia una pesca per la sua futura moglie. Colpito e affondato.
Giorgio si avvicina furioso e sapendo cosa mi aspetta una vlta trovatomelo dinanzi decido di cambiare discorso prima che sia tardi.
"Ho conosciuto una ragazza oggi. Si chiama Serena." silenzio. Sento i loro sguardi addosso. Aspettano che io prosegua il racconto. "Mi ha lasciato il suo numero di telefono, vuole conoscere Hikari." Ancora silenzio. Perchè non parlano? Inizio a sentirmi in imbarazzo.
Fortunatamente Gabry si fa avanti dopo qualche secondo.
"E tu cosa hai intenzione di fare?" conosco quell'aria provocatoria. Gabry è bravissima a provocare le persone, sopratutto quelle permalose e suscettibili come me.
"io... non lo so." abbasso lo sguardo in attesa di un pugno sulla spalla da parte di Giorgio o di un rimprovero da parte degli altri. Nulla. Rialzo la testa e sono ancora lì che mi fissano, tutti e quattro. Anzi, tutti e cinque. Anche Hikari sembra rapita dalla situazione e per solidarietà nei confronti degli altri ha iniziato a fissarmi anche lei.
Arianna mi cinge le spalle e mi guarda dritto negli occhi. Sorride.
"Samuel, è ora di riprendere in mano la tua vita, non credi?" Faccio spallucce.
"Senti, se non la chiami tu lo faccio io per te. E' carina?" Giorgio inizia ad indagare.
"Si, molto carina. Ma non so, non sembra essere il mio tipo. E poi lo sapete, Zoe..."
Ivan si alza e sposta Arianna prendendo il suo posto. Leva lo sguardo verso il mio e sospira. "Senti, noi siamo stanchi di vederti così. Con questa ragazza non ti ci devi sposare e non hai bisogno di sentirti in colpa nei confronti di Zoe. Esci con lei, conoscila, distraiti un po'." "E vacci a letto" si intromette Giorgio sorridendo. "puoi anche non andarci a letto" continua Ivan "ma non precluderti nulla. E poi che ne sai, magari vuole davvero solo conoscere Hikari. Quindi prendi il telefono, chiamala, mandale un messaggio, fai quello che vuoi ma domani sera esci con lei." mi abbraccia forte. Dalle sue spalle faccio il giro degli altri con lo sguardo. Mi fissano tutti. E sorridono, quasi tutti. Gabry continua ad avere sul viso una piccola espressione di rimprovero.
So bene perchè e non posso biasimarla. Io e lei siamo due persone completamente diverse, viviamo le cose in modo opposto e lei non riesce a capire come io possa essere ancora così preso da Zoe dopo tutto quello che è successo. Le sorrido. Ricambia e si volta dall'altra parte. Colpito, affondato e ripescato dal fondo dell'oceano. Per poter essere colpito un altra volta.
La serata è volata via. Sistemerò domattina, tanto è domenica e non si lavora; adesso non ne ho nessuna voglia. Fisso il cellulare e cerco di trovare il coraggio o la voglia o il desiderio o un motivo reale per inviare un messaggo a Serena. Hikari è accucciata accanto al letto, sul tappeto, ma non dorme. Ogni tanto sbadiglia, bofonchia qualcosa, si rigira, cerca una posizione migliore.
"Che palle..." lancio il cellulare sul letto e decido di fumare una sigaretta. Una volta in cucina mi accorgo che c'è qualcosa che non quadra appieno. Il lavello è sgombero e sul tavolino in sala non vi è più nulla, se non il centro tavola delle tre scimmiette "non vedo non sento non parlo" che mi ha regalato Zoe. E lei è lì, affacciata alla finestra che si accarezza i capelli.
"Amore, ho lavato io i piatti." mi dice voltandosi verso di me. "E' andata bene la cena, era tutto buonissimo" si avvicina a me e mi stringe forte "Che bello avere il moroso così bravo in cucina."
"Zoe..." bisbiglio, in un misto di felicità e rassegnazione. Hikari è sulla porta della camera che assiste alla scena, immobile.
"Dimmi cucciolo."
"Io... devo portare Hikari giù a fare i bisogni." la scosto dal mio petto e mi dirigo verso l'uscio di casa.
"Vengo con te."
"Davvero? Strano... prima non lo avresti mai fatto." le sorrido, sapendo perfettamente che farà finta di non capire quello che voglio dire. Infilo la pettorina alla Bestia e le ordino di sedersi prima di aprire la porta. "Allora? Vieni o no?" la esorto scherzosamente.
Un sorriso come risposta ed è già avvinghiata al mio braccio destro. "andiamo, andiamo, andiamo, andiamo?" ripete.
"Si, andiamo, noi tre." chiudo la porta dietro di me, nella speranza e nel terrore che chiudendo quella porta io possa svegliarmi.
Nulla. Siamo già nell'area di sgambo ad osservare Hikari che vola sull'erba del prato.
La brezza che si è levata è piacevole sulla pelle e rende il sogno più reale di quanto già non sia. Il cielo è limpido e stellato e la luna crescente è meravigliosa. Un'infinità di lucciole rendono l'atmosfera magica e surreale e in sottofondo inizio a sentire una musica dolce e melodiosa.
"Non ci credo... anche la musica." sussurro ridendo tra me e me.
"Viene dal parco, c'è una festa stasera. Vogliamo andarci?" mi domanda.
"Ci sono le bancarelle?" chiedo senza pensarci.
"Si! Si! Si! E sono piene di cosine sbrilluccicose!" è proprio la Zoe di cui sono innamorato da tanto, anche se so che in realtà non è lei.
"E allora andiamoci. Però prima riportiamo a casa la bimba."
"La bimba è appena tornata a casa, era stanca. Su, andiamo alla festa al parco." e in un battito di ciglia siamo nel bel mezzo della festa. La stessa festa a cui eravamo stati tempo prima con degli amici, la festa delle streghe che aveva tanto desiderato vedere, la festa delle streghe alla quale le avevo comperato il ciondolo di ametista che non si toglieva più di dosso.
La musica risuona nell'aria. Solo la musica. Il vociare delle persone che avevo sentito appena "arrivati" è scomparso, come sono scomparse le persone che lo provocavano. Gli strumenti del complesso musicale sono riposti con attenzione e delicatezza sul palcoscenico vuoto. Ma la musica continua a risuonare nell'aria.
Le luci sono fioche, deboli, ma illuminano quel tanto che basta da rendere l'atmosfera "magica e stregata" come ben si addice alla festa delle streghe.
"Andiamo lì, andiamo lì." mi trascina per un braccio; sembra una bambina alla sua prima volta in un parco giochi. Arriviamo ad una bancarella piena di pendagli e amuleti e ciondoli e bracciali ed anelli e orecchini, tutti rigorosamente di minerali. E' quella bancarella, la bancarella dell'altra volta.
Fisso i suoi occhi luccicanti e gioiosi. Se ne accorge.
"Che c'è? Lo sai che mi piacciono i banchetti." si volta dall'altra parte con fare imbarazzato ma al contempo felice.
"Tu vuoi questo." sollevo il ciondolo di ametista e glielo porgo. I riflessi violacei si infrangono sul suo bellissimo viso. Il suo sguardo stupito per qualche istante stupisce anche me.
"Come fai a saperlo?" lo prende dalle mie mani e lo mette al collo. Mi sorride.
"Perchè ti amo. Perchè ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Perchè ti amo oltre ogni immaginazione. Perchè ti amo come non credo sia possibile amare. Ti amo tanto, ti amo troppo... ma forse non ti ho amata abbastanza" le rispondo.
Mi si getta al collo e mi bacia. Il suo bacio mi scioglie. Il suo bacio mi annulla. Voglio restare qui, in questo sogno. Non voglio svegliarmi. Mai.
"Ti amo anch'io." sussurra sulle mie labbra socchiuse e umide del suo bacio.
Le luci intorno per qualche eterno attimo aumentano di intensità, lo stesso fa la musica. Intorno a noi sono riapparse le persone, non curanti di me, di lei, del nostro amore, dell'essere all'interno del mio sogno. Tutto è così reale. Tutto è eccessivamente reale.
"Torniamo a casa?" le chiedo.
"Si... voglio fare l'amore con te." nei suoi occhi si riflette la mia immagine e per un breve istante mi sembra di scorgere il volto di Serena.
"No" sussulto.
"Che c'è? Non vuoi fare l'amore con me?" certo che voglio, certo che voglio.
"Certo che voglio Zoe. Andiamo a casa." perchè ho visto quel volto? E' il senso di colpa?
"No Samuel, non è il senso di colpa. Te l'ho mostrato io." mi dice, seria. Mi ha letto nel pensiero. O forse l'ho detto a voce alta? O forse... ah, già, questo è un sogno. Devo smettere di crederlo reale.
"Ah si, Zoe? E perchè lo avresti fatto?"
"Perchè lei non sarà mai me. Tu lo sai. Tu sei mio. E io sono tua. Ricordalo sempre." mi sorride. Ma il suo sorriso stavolta ha qualcosa di sinistro. In tema con la festa delle streghe.
"Samuel, io sono il tuo riflesso. Quando ti guardi allo specchio, tu vedi me. Siamo una cosa sola, ormai, e lo sai bene. Io sono il tuo riflesso." mi abbraccia. Sento un dolore al petto. Una fitta. Allontano Zoe e sbottono la camicia bianca che è macciata di sangue. Il suo ciondolo mi ha ferito. Non so come, ma quel ciondolo di ametista mi ha lasciato un taglio sul petto.
"Adesso, guardandoti allo specchio, quando vedrai quel taglio ti ricorderai sempre a chi appartieni." mi fa paura. Ma allo stesso tempo non riesco a smettere di pensare a quanto io l'ami. In fondo, questo è solo un sogno e pur di averla, mi va bene anche così.
"Si Zoe, io ti appartengo." un abbaio. Hikari mi sta chiamando.
Apro gli occhi e stringo la maglietta all'altezza del petto con la mano destra. Le luci della casa sono tutte accese, devo essermi addromentato senza accorgermene. Lascio andare la maglietta e osservo il palmo della mia mano. Sangue.
"Si Zoe, ti appartengo." il mio sguardo cade sul cellulare ai piedi del letto. Lo prendo in mano. Mi è arrivato un messaggio di testo.
"Va bene per domani sera allora. Non vedo l'ora di conoscere Hikari. E di passare un altro po' di tempo insieme a te. Serena"
"Oh cazzo, le ho mandato un messaggio." una fitta al petto. Chiudo gli occhi e mi riaddormento, sperando di non svegliarmi più e di restare in quel sogno, alla festa delle streghe.
13 commenti:
Wow... 2 capitoli nuovi in pochi giorni.. questo è proprio bello, tra l'altro... trasmete tantissimissimo!!! Bravissimooooo
Ma che bello, hai ripreso a scrivere alla grandeeeee l'estate che sta per finire ha fatto un gran bel lavoro alla tua vena poetica.
Felice, felice, felice di leggere i tuoi capitoli e immaginare.......immaginate tanto
Si in effetti un po' sottotono rispetto agli altri ma comunque sempre bello... Bhe' forse Hai perso l'ispirazione... O forse la tua Musa e' andata in ferie... Dai speriamo che torni presto.. Speriamo che questa Musa torni presto ad accarezzare la tua mano... Cosi' ritornerai non piu' ad appassionare ma a far sognare
Sottotono? questo capitolo è meraviglioso!! Altro che sottotono!!! Grabnde... aspettiamo gli altri.. la storia si fa interessante ora!!!
Questo capitolo è di un bellezza indescrivibile, le pagine dei tuoi libri riescono a rapirmi con gran facilità ed anche se in questo momento non dovrei essere al pc per leggere e commentare i toui capitoli, dopo aver atteso con ansia le tue performance, non potevo certo fare a meno di farti i miei più sentiti complimenti per questa nuova ed affascinante storia.
Nicola da Livorno
GRANDIOSO
Aspettiamo con ansia che tu scriva ancora pagine di sogni....
Non nasconderti dietro ai tuoi problemi vai avanti corri solo con i tuoi sogni e realizza ciò in cui credi
ehy, Nico Di Pardo.. ho letto su Facebook che stai cercando lavoro... è per questo che non hai ancora scritto nulla? beh, in bocca al lupo per la ricerca e mi raccomando.. torna a scrivvere prestissimo.. ho fame della tua poesia!
eh mamma mia che immersione totale nel tuo sogno che ho vissuto...era parecchio che non aprivo questa pagina, no anzi, in realtà era parecchio che non andavo più su nessun sito, il mio pc mi aveva abbandonato ed ora invece con il portatile posso continuare a sognare con i tuoi capitoli.
Certo che anche tu non è che ci passi proprio spesso qui eh??!!
E' tantissimo tempo che non pubblichi nulla =( dai forza vorrei poter leggere altri capitoli mi ha davvero preso questo nuovo libro!!! Complimentoni
Scrittore ti sei di nuovo arenato?? Noi aspettiamo eh!!! Buon lavoro.
perchè non ci sono più capitoli? dov'è finito il personaggio mitico che ci fa sognare con le sue magiche parole? questo è un periodo strANO E IO, COME PENSO ALTRE PERSONE ABBIAMO BISOGNO DI TE, DLLE TE PAROLE DEI TUOI SOGNI PER RITORNARE FELICI. mi mancano le tue parole. Nico Nico, dve sei finito?? facci sognare!!!!!!!!!! noi lettori dovremmo spronarti a far di più non ci vuoi più ascoltare? facci sognare ti prego. c'è una una cosa bella che tu sai fare benissimo farci immedesimare nei protagonisti del tuo libro. continua a farlo. un bacio da un lettore
appassionato
.......Ma non è che dobbiamo dire addio per sempre alla tua grande dote vero???????? Dai ricomincia a mettere altri capitoli, "ricomincia dal tuo sogno:)". a presto.
Non lo so Poeta ma ho come l'impressione che tu non abbia più intenzione di dedicarti al tuo blog, e questo devo dire che mi dispiace parecchio. Spero di sbagliarmi e di trovare qualche altro capitolo.
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